E ti ritrovi davanti ad un grande schermo in alto, in collegamento con il computer di una casa in cui si combatte quotidianamente, c'è un sorriso grande, biondi capelli ricci, espressione un po' stanca, ma felice. Davanti i bimbi coetanei, gli amichetti di sempre, pronti per la recita, flauto in mano, ognuno con il proprio completino, del colore della parte da attore. Nell'aria grande commozione, chi entra nel salone rimane un poco perplesso, iniziamo ad asciugarci le lacrime, come non farlo?
E allora pensi a quanto sei fortunata, se di fortuna e sfortuna si può parlare, nella tua vita regolare, lineare, magari con pochi soldi, problemi di lavoro, figli irrequieti, disordine domestico, ma è la tua vita senza grandi scosse ed è semplicemente speciale.
Mi vergogno della mia insoddisfazione, dei miei lamenti, delle parole superflue, mi vergogno perché non ringrazio mai per tutto quello che ho, per l'amore che ricevo, le cure e le attenzioni di ogni giorno, quando c'è poco lontano da noi chi gioisce per il piccolo miglioramento, chi viene dimesso e può trascorre i giorni di festa a casa con i propri cari, chi sorride di ogni minuto trascorso ancora insieme e lo vive fino in fondo come fosse l'ultimo.
Notte stellata sul Rodano (1888, olio su tela, 72.5×92 cm, Musée d’Orsay, Parigi)
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