Ecco il segreto: vivere e operare nel migliore dei luoghi, quello più vicino alla nostra personalità indole, sentire. Certo, non sempre ciò è possibile, anzi pochi di noi riescono a lavorare e domiciliare nel posto dei desideri, ma tutti cerchiamo di sopravvivere e magari di scappare appena possibile, a respirare aria buona!
Ad esempio, mi trovo un po' a disagio sulla spiaggia affollata in una domenica di piena estate, molto meglio in settembre con tutta la calma e l'intimità necessari. Da bambina, non ho mai avuto una cameretta tutta mia - mia madre ne ha occupata una per il suo laboratorio di cucito - e ho usufruito di un comodo mobile/letto prima e divano/letto dopo, di cui ero gelosissima: nessuno ci si poteva sedere. Quindi nessun rifugio segreto o privato, anzi luogo di passaggio obbligato per altre stanze. Si cresce lo stesso, tranquilli, e si studia in cucina o in sala, comodi comodi.
C'è chi si rifugia in biblioteca, in sala lettura silenziosa, chi preferisce il bar con gli amici rumorosi, chi invece vento, pioggia, sole o grandine staziona in piazza, sul sagrato del duomo, contenti loro.
Giorgio de Chirico
L'énigme d'une journée (II), 1914
San Paolo, Museo d'arte contemporanea dell'Università di San Paolo
L'énigme d'une journée (II), 1914
San Paolo, Museo d'arte contemporanea dell'Università di San Paolo
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