martedì 26 gennaio 2016

NOLI ME TANGERE

 Scusate il prestito alto/cristiano per un argomento basso/miserello, quale l'incontro con un'amica di vecchia data, che non mi ha sconvolto più di tanto, o almeno mi ha sconvolto quel poco che basta per ispirarmi un articolo.

 Dopo anni ho rivisto una coppia di amici, con i quali era fortemente legata; ho scambiato con loro molte battute sul tempo che passa e travolge la bellezza femminile, ma migliora quella maschile, poi abbiamo affrontato tanti piccoli temi, nel più tranquillo dei modi, come se non fosse mai successo nulla, come se non avessero rinnegato il nostro rapporto senza lasciarmi uno straccio di spiegazione. Però ho capito, dopo tante lacrime: non mi interessano più, non mi piacciono più, ho avuto l'enorme fortuna di sostituirli con persone meravigliose, altruiste e buone. Loro sono semplici conoscenze ormai, con cui colloquiare del famoso più e meno, senza impegno, senza scendere nel particolare, senza scossoni.
 Capita, e anche spesso, quando si è giovani di affezionarsi a persone "sbagliate", non proprio in linea con il nostro carattere, la nostra indole, i nostri gusti, l'importante è accorgersi dell'errore e rimediare finché si è in tempo.
 L'amicizia è un valore, un tesoro a cui ho sempre dato moltissima importanza, forse perché per tanti anni sono rimasta figlia unica o perché mi hanno educata in questo modo, non saprei dirlo.

Noli me tangere è una famosa locuzione latina che significa "non mi toccare", attribuita a Gesù, che l'avrebbe rivolta a Maria Maddalena subito dopo la resurrezione; la circostanza è dedotta nel Vangelo secondo Giovanni 20, 17.

La Resurrezione e Noli me tangere è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.


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