Domenica pomeriggio, è piovuto e fa freddo, non rischiamo di inoltrarci in scoscesi presepi rurali, optiamo per uno spettacolo cittadino, che tenga i piedi all'asciutto. Vetralla, piazza del comune, una lunga coda all'entrata, stiamo tutti vicini vicini, per ripararci dalle folate gelide; si apre alle 17:30 e si entra a gruppi, ogni cinque minuti circa, il traffico è organizzato dalla Protezione Civile.
Si comincia con un gruppo di butteri, riuniti intorno ad un falò, cucinano spiedini di salsicce, che divorano tra due fette di pane, offrono dolcetti e vino caldo, anche qualche cioccolata in bicchierini di plastica; poi tre donne al telaio, antico e fragile in una botteguccia, in meravigliosi abiti del passato. Ci avviamo tra i vicoletti del centro storico, sono tutti figuranti in abiti ottocenteschi, popolane giovani e loquaci, giovanotti giocatori di carte, bimbe svelte che giocano a campana, un'aula scolastica con una bambina che si alza dai banchi e ci recita la poesia dell'angelo del presepe, commovente.
Un susseguirsi di banchi di venditori, mestieranti - tra cui i fabbri, il vasaio che modella l'argilla e i torchiatori di uva - e l'autorità che si affaccia dal balcone e legge il proclama del prezzo del pane per il paese: grande subbuglio e confusione, scambio di invettive in dialetto, coinvolgente.
Un baldo innamorato e il compare fanno la serenata alla bella protesa dal balcone, peccato che esca dalla bottega di ciabattino il padre di lei e li allontani in malo modo, esilarante. Mentre passeggiamo, assaggiamo di tutto: focaccia, cacio, ricotta, finocchi freschi in pinzimonio, dolci secchi, affettati tagliati al momento, bruschetta...Tutto naturale, fresco, squisito.
Ci blocchiamo per assistere all'apertura della mangiatoia: una chiesetta diroccata, dismessa che racchiude la Natività - l'unica scena silenziosa - e tante offerte dalle coltivazioni de campi. Prima bisogna guardare in alto sulla facciata, dove si proietta una spezzone del film con la nascita del Bimbo e l'annuncio ai pastori.
Il giro completo è durato circa tre quarti d'ora, volati, ne usciamo entusiasti, sorridenti e molto colpiti, dopo aver lasciato un'offerta libera in un grande vaso e aver preso l'ultima fetta di pane e olio, magnifico.
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