domenica 24 gennaio 2016

C'E' ANCORA CHI SI EMOZIONA

 Siamo tornati da poco da una festa di compleanno, partecipiamo spesso a questi avvenimenti, ci piace stare in compagnia dei nostri amichetti, in più tutti i piccoli invitati si sono presentati in maschera, cosa chiedere di meglio?
 Il momento più toccante dell'evento è stato l'apertura dei regali, che di solito annoia un po' se si protrae troppo; oggi invece si respirava aria di attesa e di mistero, fino a quando non è stata svelata una bicicletta. La festeggiata ha iniziato a tremare, contenta, zampettante, non sapeva chi abbracciare e si copriva bocca e occhi con le manine, gioia coinvolgente e infantile, nel senso migliore del termine.
 Anche in altra occasione, il piccolo festeggiato quando ha scartato una scatola di costruzione/mattoncini ci ha regalato un magnifico sorriso e ha chiamato il padre mostrando raggiante il suo trofeo, in cerca di complicità da parte del suo compagno di giochi.

 Cosa buona e giusta, ancora ci sono bambini che si emozionano e sprizzano gioia da tutti i pori quando ricevono giochi adatti alla loro età, per stare all'aria aperta, per cadere e sbucciarsi le ginocchia, da condividere, nell'unione che fa la forza e nella felicità di creare, distruggere e rimontare. Per la tecnologia c'è sempre tempo, non bruciamo le tappe.

Tiberio Titi(Firenze 1573-1627)
Ritratto dei cinque figli maschi di Virginio Orsini e Paola Peretti Damasceni.
1597
Olio su tela, cm. 148x113 

I nomi riportati nel dipinto: Carlo, il neonato sulla sinistra, sul gallone del cuscino; per Cosimo e Ferdinando, sul giromanica dell'ungherina rossa, veste tipica della prima infanzia; per Paolo e Alessandro, sulle cinture dell'abito bianco.
Il più piccolo è ancora in culla ma avvolto da lenzuolini e copertine finemente ricamati in fili d’oro e al polso ha un braccialetto probabilmente di corallo. I due fratelli più grandi invece hanno delle lunghe vesti chiamate “ungherine” aperte sul davanti; sono una specie di grembiuli che avevano delle alette sulle spalle sia per un fattore estetico, sia per permettere alle balie di reggere i bambini o di tenerli a freno. I più grandi potevano vestire abiti da adulti: casacche e calzoni di seta ricamati in oro, merletti al collo e ai pulsi e gioielli che fungono da bottoni, poi, non ultimo uno spadino in vita.







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