giovedì 7 gennaio 2016

RITORNO AL FUTURO

 E come se nulla fosse stato, mi sono ritrovata fuori dalla scuola ad aspettare i piccoli che uscissero, dopo più di cinque ore di lezione, insieme alle altre mamme, incredule come me. Tutto finito, feste passate, anno nuovo, ritorno alla normalità.
 Solo un certo gonfiore addominale la piccola differenza tra il prima e il dopo, come ha ben sottolineato la mia compagna di attesa.
 Sorella accompagnata alla stazione, tutto incredibilmente normale: nessun ritardo, nessun allarme, nessun arresto, biglietteria in funzione, ottimo. Ogni volta che riparte si verifica qualche contrattempo: una volta il treno è rimasto impantanato in mezzo alla campagna, ha perso l'aereo ed è rimasta una notte in aeroporto, biglietto prepagato in fumo; un'altra sul raccordo macchina bloccata per ultra-traffico è partita solo lei, il bagaglio glielo abbiamo spedito in seguito perché fuori tempo massimo...Un giorno scriverò le memorie delle partenze.
 E l'albero con tutti gli addobbi sparsi per casa? Niente paura, spariti dopo cena grazie all'aiuto forzatamente richiesto dei pargoli, fine.
 Tutto a posto, concluso, andato, unico impegno da onorare depurare il corpo dalle sostanze nocive, ma eccezionalmente buone ingurgitate giorno dopo giorno, con grande soddisfazione.

Giuseppe De Nittis, Passa il treno (del 1878)

 La locomotiva fumante attraversa un campo agricolo, pressoché disabitato: sulla destra del treno si notano due “stecchite” betulle, mentre sulla sinistra due contadine sono curve sul terreno. Le donne non sembrano interessate al “mostro” metallico che ne disturba la quiete ancestrale; forse una delle due accenna appena – alzandosi – ad un'occhiata fugace… 


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