Questa sera ho incontrato, in un luogo informale e amichevole, le altre relatrici della conferenza di presentazione del libro di poesie di una nostra compaesana. Si studia la tattica e si mette a punto la scaletta, che ogni volta subisce variazioni, causa il sopraggiungere di tante nuove ed importanti idee.
C'è grande fermento, molta preoccupazione, però lentamente ci stiamo aprendo, in senso culturale naturalmente: per capire cosa spinga una persona a scrivere, a mostrare le proprie sensazioni e i pensieri più intimi.
La nostra amica poetessa afferma che ormai non può più farne a meno, la spinta emotiva, è talmente forte che è irrinunciabile per lei comporre, scrivere, produrre versi che siano intimi, dettati dal momento o dalle sensazioni, non importa.
Il comporre nasce dall'interno, non si studia a tavolino, non ci si arrovella la testa, emerge per necessità.
Una necessità che sento anch'io e poi la condivisione; ecco allora il tema di fondo del mio intervento: il bisogno di comunicare, il messaggio che sia universale o personale, è vitale l'esternare quel bisogno, come una vocazione a cui non si può negare forza e importanza, la voce che ti chiama e a cui si deve rispondere, per forza.
Cosa ne pensate voi, lettori, di questo tema della comunicazione scritta?
Comporre un libro, pubblicarlo è cosa buona e giusta?
Viviamo di immagini e di parole via etere, cerchiamo immagini e il campo, siamo protagonisti dell'apparire, ha senso la comunicazione scritta, intima, personale declamata al mondo?
collocazione: Duomo Castelfranco Veneto
denominazione: Il Tempo e la Fama
materiale e tecnica: affresco
stato di conservazione: mediocre
autore: Paolo Caliari (Veronese)
cronologia: 1551
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